All’Ovest Niente di Nuovo (quasi)

 
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Tanto (poco) è cambiato da settembre. Trump ha perso le elezioni, ma la valanga blu che Hollywood si aspettava non c’è stata e il Senato USA è ancora da giocare con due seggi che daranno la maggioranza al vincitore di uno nella divisa Georgia.

Il Covid sta entrando nella terza ondata, ma in realtà la prima e la seconda sembrano ieri e l’altro ieri.

È vero, le fatidiche parole “Si gira!” sono pronunciate di nuovo (dopo mesi di studio su come far ripartire una delle attività più rischiose), ma con test per il Covid per tutti sui set (puntuali gli articoli sui trades che dubitano della totale sicurezza del sistema), attori che recitano da soli per poi essere “ricuciti” con i loro partners durante il montaggio, mentre decine delle poche produzioni sono state chiuse precipitosamente (alcune dopo i pochi minuti necessari per fare i test), altre sono andate un po’ meglio.

Sarà pure un red carpet virtuale, ma non era il caso di dire a Dua Lipa di evitare le minigonne?

Sarà pure un red carpet virtuale, ma non era il caso di dire a Dua Lipa di evitare le minigonne?


E il glamour? Povera Hollywood, sta facendo quello che può, ma i red carpet virtuali come agli appena conclusi American Music Awards sono proprio tristi. Vincitrice Taylor Swift, che manco si è presa la briga di vestirsi come ad una vera cerimonia dicendo che era in studio a registrare, forse ispirata dalle ore piccole visto che la cerimonia è finita dopo le 23. Invece, The Weeknd ha sfoggiato un look ritocco di chirurgia plastica che vorrebbe invece mostrare la sofferenza nella sua musica, mentre Dua Lipa una minigonna con gambe storte come un cowboy (nessuno ha osato dirlo per paura di esternazioni da star).
Il pubblico? Tanto quanto quello di un infomercial per un rivoluzionario frullatore. E questo ormai non fa più tenerezza, ma rabbia.

Intanto, nonostante il sospiro di sollievo tirato da Hollywood alla vittoria di Joe Biden, Los Angeles rimane un’ombra stravolta di sé stessa, come un attore bellissimo trovato svenuto tra la vita e la morte dopo una overdose di eroina.

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Accampamenti di senza tetto ovunque, polizia assente per mancanza di fondi (si salvano i sobborghi super ricchi come Beverly Hills o Malibu, ma chissà fino a quando), e così ecco i party anti-Covid in ville nelle Hills (ne viene chiuso solo uno su quattro perché mancano le risorse per mandare i poliziotti), i ristoranti con i dehors in mezzo alla strada, con posate e bicchieri di plastica (e i prezzi di quando le posate erano d’argento), che sono durati solo tre mesi, perché tutto verrà chiuso il giorno prima del Thanksgiving.

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Poco da ringraziare nel weekend in cui il film numero uno al box office, uno sconosciuto “capolavoro” chiamato Freaky (spaventoso) ha fatto 1,2 milioni in tutti gli USA (meno di 600 dollari per cinema) ed il super pubblicizzato Tenet (budget 300 milioni), ormai nelle sale da oltre due mesi, grazie al pubblico cinese, non causerà la bancarotta della Warner. Solo una perdita di 100 e più milioni.
Nello stesso weekend del 2019, Frozen 2 aveva superato i 130 milioni.

Davvero freaky.