#himtoo
Cannes? Chi se ne importa! Il ritorno delle Star sulla Croisette dopo la Pandemia? Una noia. La vittoria di un film “gay pachistano” nella sessione “Un certain Regard” e del mai sentito Triangle of Sadness? Una scocciatura, più che altro.
Perchè tutti aspettavano, e dopo sei settimane (e milioni nelle tasche degli avvocati) si è arrivati alla conclusione del processo del secolo…. e Hollywood rimane a bocca aperta: non è la dolce Amber Heard che è stata diffamata dal bad boy Johnny Depp, ma il contrario. Amber, che ha fatto causa per cento milioni di dollari per diffamazione a Johnny (dopo aver naturalmente estratto una buon’uscita di divorzio vicina ai dieci milioni che aveva promesso di dare in beneficienza ma che si è tenuta stretta), dovrà pagarne quindici dei cinquanta chiesti da Johnny e Johnny (a causa del suo agente) verserà ad Amber due milioni (che non copriranno neppure le spese degli avvocati).
L’ America lontana dalla pazzia Hollywoodiana del politically correct (il processo si è svolto in Virginia) ad ogni costo, dove le donne non hanno mai torto in quanto tali e gli uomini sono tutti maschilisti, ha detto no nel modo più americano, facendo tirare fuori il portafoglio a qualcuno, che pagherà.
Ed i soldi li incasserà Johnny, schiumandoli in chissà quali baccanali. Alla fine per capovolgere il sistema che si pensava cristallizzato dal me too (nonostante la performance di Asia Argento scoperta seduttrice di ragazzotti minorenni mentre denunciava tra le lacrime gli abusi di Harvey Weinstein) ci sono voluti due tra i più turpi personaggi di Hollywood.
La storia è nota: la Heard (che ha bisogno di costante attenzione a Hollywood perché a 35 anni ha poche parti davanti, specie per chi ne ha avute non proprio per suoi meriti) decide di denunciare pubblicamente Depp (mai chiamato per nome) come marito violento ed alcolizzato in un articolo nel Washington Post (notoriamente liberal) scritto con l’aiuto della American Civil Liberties Union ed i suoi super avvocati esperti in diffamazione, che avrebbero dovuto approvare il pezzo.
Depp, reduce da una causa per diffamazione persa contro il The Sun Magazine sempre sulla questione degli abusi alla Heard non ci sta e, avendo perso la parte in “Pirati dei Caraibi” dopo l’articolo fa causa per diffamazione per cinquanta milioni di dollari. La Heard allora fa causa a Depp: 100 milioni per una affermazione del legale di Depp a margine della causa inglese. Il ring è nella bucolica Virginia dove vive la Heard per tenere la figlia (avuta da un donatore anonimo e da madre surrogata) lontana da Hollywood.
Depp, una star, avviata sul proverbiale Viale del Tramonto, tossicodipendente e alcolizzato, violento e spesso talmente fatto da non poter ricordare le parti si confronta con la Heard, wannabe che ottiene una prima parte importante nel 2011 proprio grazie a Depp (ai tempi con un’altra) e che ne diventa prima la fidanzata e poi la moglie tre anni dopo, lanciandosi a Hollywood nonostante più di un produttore avesse forti dubbi sulle sue capacità (non ha manco finito la high school americana, o Yale come Fonzie, e manco ha il diploma della sconosciuta università del Vermont come Tom Cruise!).
Entrambi sono assolutamente pieni di sé: uno psichiatria ha testimoniato nel processo che la Heard soffre di disturbo istrionico della personalità, cioè sta fisicamente male quando non è al centro dell’attenzione, ma nessuno ha esaminato Depp, salvo che per sentenziare che fosse alcolizzato e tossicodipendente.
…e come eravamo…..
Entrambi sono tanto falsi quanto spiacevoli, ma la Heard (non essendo una brava attrice) non è riuscito a far presa sulla giuria nonostante i pianti (probabilmente sinceri, non essendo brava a recitare) e l’abbigliamento da suffragetta dei primi del ‘900 (indubbiamente suggerito dagli avvocati); invece, Johnny superelegante nel tribunale ci sguazza, fa battute, ridacchia durante gli innumerevoli momenti ilari di uno spettacolo di bassa cucina legale costato ai contribuenti della Virginia diversi milioni e sicuramente vicino ai dieci milioni di avvocati alle parti.
Memorabili le citazioni. Tra queste, dalla Heard “non ti ho dato un pugno, ti ho colpito”, a “ora la potrò prendere a sberle” (Depp ad un amico al suo matrimonio).
“Ha osservato cosa è accaduto dopo che lei se ne andato?” “No, me ne ero andato” (Depp all’avvocato della Heard).
“Non sapevo chi fosse quando l’ho conosciuto, non ero una sua fan” (la Heard all’inizio della sua testimonianza: peccato che in un’intervista pubblicata qualche anno prima avesse detto “quando l’ho conosciuto è stato surreale, da ragazzina camera mia era tappezzata con i suoi poster”).
“La sua gola ha per me ha funzioni migliori di quella di stringerla per soffocarla” (Depp alla domanda se avesse stretto il collo della Heard bloccandole la gola)
“Non le ha detto nessuno di come il Signor Depp si fosse tagliato quel giorno vero? Obiezione vostro onore è puro sentito dire” e il giudice “Avvocato ha fatto lei la domanda, l’obiezione è per le domande dei suoi avversari” "(l’avvocato di Amber Heard che obietta alla sua stessa domanda di fronte ad un giudice esterrefatto e a Depp che se la ride con il suo avvocato).
Alla fine, come si dice in USA, “il sistema funziona” e alla fine di tutto colpisce che mentre chi mesto, chi strafelice ritorna a casa: non sono accompagnati da amici o familiari e sono soli tra guardie del corpo e consulenti.
La Heard per scelta strategica: essendo diventata gay (purtroppo non ha potuto addurre che gli abusi di Depp le hanno fatto cambiare squadra, non è politicamente corretto!) ha lasciato la partner a casa; Jonny sorride nella sua solitudine e si consolerà su qualche app di incontri per celebrità e naturalmente con coca e alcol!