Sotto Schiaffo
Gli Oscar sono finiti ma, invece di aspettare beatamente Cannes, Hollywood è in stato di shock. Lo schiaffo di Hollywood (che si studierà sui libri di scuola ben più del dimenticato schiaffo di Anagni del Medioevo italiano) ha sollevato polemiche, qualche “bravo” a Will Smith (più bravo il comico Chris Rock che si dice abbia ipotecato il suo ruolo di presentatore per il 2023) e molti interrogativi, anzi un turbinio che nasconde due domande-elefanti: che sarebbe successo se a schiaffeggiare Chris Rock fosse stato per esempio Tom Cruise (bianco liberal) o Clint Eastwood (bianco conservatore)? E poi, sarà permesso a Will Smith di tenere l’Oscar?
Ma andiamo per ordine. Prima le lodi (inaspettate) a Chris Rock, comico spesso molto volgare, non particolarmente divertente, ma che si infila dappertutto, un po' come la parolaccia che scappa al più educato della classe; qui Rock si è dimostrato un grande professionista. La presa in giro della signora Smith era abbastanza innocente.
Essendo affetta da alopecia, Jade Pickett Smith perde i capelli. Cosa molto personale che invece la signora ha deciso di condividere con milioni di persone in decine di post sui social media, che naturalmente hanno portato ad accrescere il numero di fan e a crearne un’immagine di persona aperta e sicura di sé.
Mettendo tutto nella piazza virtuale, anche altri (non solo fan per i quali tutto quello che fa la signora Smith è amazing o potenziali sponsor che volessero monetizzare la sua fama) hanno saputo, tra cui il buon Chris Rock, che agli Oscar l’ha paragonata a Demi Moore nel film G.I. Jane dove la Moore si era rasata la testa. Forse una battuta un po’ azzardata ma nulla di tragico (le battute sulla corruzione e l’inettitudine dei giurati dei Golden Globes sono ben peggio e tutti abbozzano ogni anno!). Infatti, la signora ha alzato gli occhi al cielo, e Will Smith (che stava ridendo alla battuta) si è accorto dell’imbarazzo della moglie. Ha pertanto deciso di alzarsi dalla prima fila del parterre a cui era seduto, di salire sul palco, e di dare uno schiaffone a Chris Rock, che dopo la sorpresa si è fatto una risata e ha detto serafico qualcosa che si tradurrebbe liberamente “Will Smith mi ha appena fatto un mazzo così”. Smith, non contento ha risposto urlando di non nominare sua moglie con “quel c… della tua bocca” a Rock il quale, nuovamente da grande professionista, ha detto “ok”. Il pubblico ha poi visto Smith solo circa quaranta (noiosi) minuti dopo quando, premiato come migliore attore, si è scusato con l’Academy (ma non con Rock) in lacrime (di coccodrillo, quelle preferite da Hollywood).
Adesso i retroscena: a Smith è stato chiesto di lasciare la cerimonia e si è rifiutato. Legalmente, avrebbe dovuto essere allontanato dalla forza pubblica (e arrestato se avesse fatto resistenza) per invasione di proprietà privata. Invece la risposta è stata “ok, nessun problema”. Chris Rock ha deciso di non denunciare nessuno (altrimenti Smith sarebbe stato arrestato al termine della cerimonia) e neppure allora Smith si è scusato.
Anzi, ha fatto il giro dei party come nulla fosse, e suo figlio Jaden ha pure dichiarato “that’s how we do it” su Twitter.
Le scuse sono venute (attraverso il suo agente o PR) il giorno dopo quando, passati i fumi dell’alcol, sono iniziati ad apparire articoli sui trade che chiedevano all’Academy di agire. Quasi una settimana dopo lo schiaffo, Smith si è dimesso dall’Academy, e quindi non potrà mai più essere candidato ad un Oscar (ma si può dire che sia uscito in pompa magna, con una statuetta in mano).
Che dire? Pochi pezzi del domino delle attività di Smith si sono mossi, solo un progetto ancora non iniziato con Netflix ed un paio di film di cui non c’è neppure una sceneggiatura completa. Però Will (immerso nel mondo delle celebrity fin dai tempi della serie Il Principe di Bel Air), da eroe di film di azione ha già iniziato la transizione a produttore ed investitore nei media, e la sua società di produzione ha appena ricevuto un investimento di sessanta milioni di dollari da Candle Entertainment per il dieci per cento. Quindi non sarà disoccupato.
Nessun Oscar nel futuro, ma Smith rimane una star di prima grandezza ed è molto probabile che dopo un periodo di assenza torni riabilitato.
Qualcosa di simile è già successo nel 2005. Tom Cruise, a sua detta per la felicità dal suo matrimonio con Katie Holmes (che lo ha divorziato sette anni dopo montando accuse da moglie prigioniera in una gabbia dorata controllata dalla setta di Scientology di cui Cruise è uno dei principali esponenti), ha iniziato a saltare sul divano del talk show di Oprah Winfrey, per poi scomparire dopo le scuse il giorno dopo. Ma, come hanno detto molti, là Cruise ha fatto male a sé stesso non ad un collega e sicuramente il salotto di Oprah, pur essendo il numero uno dei talk show, non è la notte degli Oscar di un vincitore degli Oscar.
Per ora chi ha vinto un Oscar è il senso di privilegio delle celebrità, e il politically correct. Infatti non vi è alcun dubbio che, se lo schiaffeggiatore fosse stato bianco, avrebbe perso l’Oscar e sarebbe stato espulso dalla cerimonia, conservatore o progressista che fosse.
Più difficile sapere se il presentatore fosse stato bianco e lo schiaffeggiatore Smith.
E se lo schiaffeggiatore fosse stata una donna bianca? Un gay nero? Una portoricana disabile che schiaffeggia un latino? Le vie del politically correct sono infinite. Come quelle del privilegio e degli Oscar agli schiaffeggiatori!
La risposta forse l’ha Ricky Gervais, il presentatore agli ultimi Golden Globes trasmessi in TV che ha affermato all’audience esterrefatta ben prima del Black Lives Matter: “questi giudici dei Golden Globes sono così razzisti che non hanno manco ricordato degli attori neri da morti”. Sembrava una battutaccia, ma proprio nel 2022 i Golden Globe sono stati cancellati perché non abbastanza afroamericani!
Aggiornamento: dopo le dimissioni dall’’Academy di Smith (per non essere cacciato), dieci giorni dopo il fattaccio arriva il verdetto dei diecimila membri: il Principe di Bel Air (ora poco principe e molto case popolari di Filadelfia come ci racconta la serie che lo ha consacrato al grande pubblico) non potrà partecipare agli Oscar né essere candidato per dieci anni. I produttori dello show (le cui procedure per casi del genere contemplano l’arresto immediato ma solo se il colpevole è una persona “normale” non una star) sono stati ringraziati per la loro dichiarazione: “trattasi di una situazione di novità assoluta per cui non eravamo pronti”.
Dato che la storia non porta consiglio, nessuno si è ricordato della scusa molto simile di Donald Rumsfeld, segretario alla difesa USA durante i disastri della guerra dell’Iraq: “non possiamo agire contro le incertezze che non conosciamo” (unknown unknowns in inglese, da distinguere dai known unknowns, le incertezze conosciute).
Ottima giustificazione. Come ha detto all’Hollywood Reporter un noto attore (che per paura di finire su una lista nera ha voluto rimanere anonimo): “in questo business ogni giorno garantisce novità assolute”.
Arrivederci nel 2032 per Smith e, conferma l’Academy, il divo non potrà essere presentatore degli Oscar 2023 (onore “automatico”’ per i vincitori dell’annata precedente), neppure in differita: l’escamotage era stato ventilato da avvocati trafficoni per mantenere il bando di Will dalla cerimonia che, se vi fosse stato qualche dubbio, si svolge in diretta.