Celebrity Crypto

Per una volta le storie che fanno gli Oscar non vengono da scrittori “artistoidi” ma dalla vita reale. Il più grande fallimento nella storia delle criptovalute (che dal famoso Bitcoin si sono “evolute” fino al Dogecoin, una moneta virtuale il cui simbolo è il faccione di un Husky) ha contagiato Hollywood e le celebrity che vi hanno investito miliardi al grido Let’s get into Crypto lanciato da Tom Brady, giocatore di football superstar.

FTX, l’ultima e la più promettente piattaforma di scambio delle valute virtuali, società da decine di miliardi di dollari si è vaporizzata in un fallimento da fare invidia a quello della Enron dei primi anni duemila. Con un’enorme differenza.

Enron scambiava energia, era basata nella capitale dell’energia, Houston, e aveva comunque un minimo di accountability perché doveva seguire almeno all’apparenza le norme USA. FTX stava alle Bahamas, tutte le autorità di vigilanza lo sapevano, e nessuno ha mai detto nulla.

Ecco il ragazzo prodigio, maglietta lisa e capelli arruffati, ma la capacità di farsi dare decine di miliardi in cambio del nulla

La storia hollywoodiana è la solita ma condita in salsa crypto. Sam Bankman-Fried, trentenne rampollo di un professore di Stanford, capitale della Silicon Valley, si laurea in fisica e matematica (fuori corso) e con una dozzina di amici programmatori inventa FTX, il proverbiale too good to be true delle cripto valute: una piattaforma per gli scambi di cripto valute che “prevede” il rischio degli scambi con un algoritmo e un sistema di intelligenza artificiale infinitamente più veloce di quanto la mente umana o altri algoritmi possano operare, e che quindi sarebbe a prova di errore e di volatilità estrema. Allo stesso tempo crea una piattaforma di investimento in criptovalute, Alameda Research, nome che evoca la contea adiacente a San Francisco (ma Alameda era off-shore), che nasce come entità indipendente.

L’entusiasmo nel 2021 è palpabile. Il genio di Silicon Valley ha partorito la prima società nel mondo crypto che può diventare la prossima SoftBank, la prima grande banca di Silicon Valley, grazie alla sua piattaforma indipendente.

La piscina dell’ufficio alle Bahamas

FTX fa profitto dal primo giorno, riceve investimenti per centinaia di milioni di dollari e sono i fondi di Silicon Valley ad inseguirla e non, come normalmente succede, viceversa.

Il quartier generale di FTX (e quello di Alameda che dovrebbero essere indipendenti) sono nello stesso condominio di lusso a Nassau, Bahamas, e diversi appartamenti vengono comprati cash per farne trading room, con zero supervisione da parte delle autorità di vigilanza USA.
Invece, l’autorità delle Bahamas (che sta in un “ufficetto” delle dimensioni di uno studio immobiliare di una periferia italiana) non solo lascia fare, ma si impegna nella persona del primo ministro del Commonwealth a dare ogni sostegno possibile (leggi “fate quello che vi pare, basta che il cash vero e le commissioni passino per le nostre banche”).

La pupa e il ….truffatore

A quel punto Bankman-Fried fa il grande salto: coltiva la sua immagine di techie, andando in giro in maglietta e bermuda perennemente spettinato e con un’aria trascurata, inizia a farsi chiamare SBF dalle sue iniziali e arriva alle celebrity, principalmente sportive, a cominciare da Tom Brady e dalla moglie supermodel Gisele Bündchen (allora, ora non più, perché un anno a Hollywood è un’ eternità, infatti si dice “se te ne vai da LA per più di tre mesi, per chi resta è come se fossi morto”).

Regala 135 milioni di dollari alla città di Miami per ribattezzare il palazzetto dello sport della locale squadra di basket FTX Arena. Poi dona 40 milioni al partito democratico, si spende in programmi verdi e per la conservazione dell’ambiente guadagnandosi le lodi dei vari Leonardo Di Caprio (e magari qualche milione di investimento); promette anche di dare in beneficienza la sua fortuna personale ormai sulla carta oltre il miliardo dollari e aspira ad essere il Bill Gates delle crypto.

E come tutti i “buoni” di Hollywood, anche Bankman-Freid ha la sua nemesi: la società di crypto cinese (la più grande al mondo) Binance, capitanata da Mister Zhao, personaggio perfetto per un film di James Bond.

Mr. Zhao ha investito in FTX (un “gettone” a 500 milioni di dollari) ma, quando un possibile investitore di Alameda Trading, oberata di debiti perché gli investimenti sono tutti finanziati in criptovaluta che sta crollandosi ritira, salta fuori un report sulle posizioni finanziarie di Alameda che farebbe rizzare i capelli in testa ad un ragioniere di provincia.
Mr. Zhao rimane perplesso ed inizia a tenere d’occhio il ragazzo prodigio.

Intanto FTX prende 2 miliardi dal principe dei fondi, Sequoia, e quando il mercato delle criptovalute salta in aria a maggio del 2022, FTX diventa il “cavaliere bianco” di diverse società che sarebbero andate a gambe all’aria. Come? Usando la sua criptovaluta FTT come garanzia perché, fallendo altre società di crypto e rimanendo in piedi, FTX si è confermata come solidissima. In realtà non lo è, e nessuno lo sa, perché la società fa già acqua da tutte le parti. L’indipendente Alameda sta in piedi facendosi prestare sempre più soldi “veri” dei clienti di FTX (all’oscuro di tutto) e dalle banche (garantiti dalla criptovaluta di FTX) e su grandi promesse al governo delle Bahamas per sdoganare le isole da piazza opaca del riciclaggio e farle diventare il Lussemburgo delle criptovalute.

Ma Sam, il ragazzo prodigio dal quoziente intellettivo oltre 150 (normalmente mentre parla con gli investitori su Zoom gioca anche a scacchi su un programma quattro volte più veloce e con scacchiere multiple), ha bisogno di investitori per coprire quello che lui sa già essere uno schema di truffa piramidale. Comincia il giro delle “sette chiese”, il vento però è cambiato perché ora i fondi, pur se entusiasti, vogliono vedere la situazione finanziaria.

Ma non c’è nulla da vedere, letteralmente, perché la società non ha i conti, manco uno straccio di foglio Excel come un qualsiasi ristorante.
Negli attici di FTX a Nassau, dove ormai le anfetamine si passano come caramelle perché da 15 ore al giorno si lavora 20-22 e dove non si può licenziare nessuno perché la società non ha un elenco dei dipendenti, la gente comincia semplicemente a sparire: prende l’aereo per Miami e via.

Alla fine gli unici che verranno veramente licenziati saranno i dipendenti locali, che avevano investito nella FTX e che, invece di opzioni, ricevevano informazioni riservate spingendoli a comprare le azioni sul mercato e facendo salire il titolo ancora di più, tanto alle Bahamas l’insider trading esiste solo sulla carta.

Per un gettone da un paio di milioni…gli anni 90 in passerella!

Alla fine i fondi scompaiono, anche gli investitori più corsari non restituiscono le telefonate e, meno di una settimana fa, si arriva all’ultima spiaggia: la vendita, o meglio svendita all’unica società che potrebbe ricavare qualcosa da FTX, Binance.
Chairman Zhao, che si aspetta la telefonata, finge interesse e mette sul mercato il suo gettone che vale quasi un miliardo. Poi si ritira, ma ha già venduto parecchio e il titolo crolla.

È la fine perché, nel giro di ventiquattro ore, il 95% degli investitori svende, e il titolo perde il 98% del valore, e la liquidità sparisce perché non c’era, già abbondantemente fagocitata da Alameda.

Quel giorno Sam, il ragazzo prodigio, raggiunge il bar in cima al condominio di lusso dove vive e scoppia a piangere di fronte al barista. Poi si chiude nell’attico, solo, perché ormai sono rimaste a Nassau non più di una dozzina di persone dalle quasi centinaia che lavoravano con FTX. Le celebrity hanno perso centinaia di milioni, ma che importa! Le perdite life altering sono riservate o agli ignoranti o agli ingordi che hanno comprato a credito e perso!

SBF fa autocritica su Twitter, ma nulla lo salva dal fallimento. Ore dopo una comunicazione sulla piattaforma di Musk (di cui aveva cercato di accapparrarsi il dieci per cento pagato in cripto FTT, ma Elon ci ha visto giusto e ha detto no), SBF descrive FTX come fucked up, i liquidatori arrivano a Nassau, SBF viene interrogato dalla polizia locale e rilasciato.

A quando la fuga off-shore (Dubai probabilmente, anche se il fondo sovrano l’aveva mandato a stendere quasi un anno fa), o l’arrivo alle cinque di mattina delle proverbiali “giacchette blu” dell’ FBI?