2500 SAGgi per cinque Oscar ormai scontati
La corsa agli Oscar è pressoché finita. Secondo lo Screen Actor Guild o SAG, il potente sindacato degli attori, il miglior attore è Joaquin Phoenix, la miglior attrice Renée Zellwegger, il miglior attore non protagonista Brad Pitt (oltre che profilo più gettonato sulla app di incontri Tinder, dopo che ha esordito non ringraziando ma dicendo “questo è un ottimo modo per migliorare il mio profilo su Tinder”) e la migliore attrice non protagonista Laura Dern di Marriage Story.
De Niro si consola con un premio alla carriera, ma The Irishman rimane di nuovo all’asciutto. Invece, Parasite prende il volo con il premio per il miglior cast, spesso indicatore del miglior film agli Oscar, mai vinto da un film straniero.
Gli Screen Actor Guild Award sono i premi del sindacato attori, che ha oltre duecentocinquantamila membri.
Da quel marasma, ogni anno, vengono estratti duemilacinquecento “saggi” che fanno le diverse nomination.
Poi, le centinaia di migliaia di iscritti votano tra i candidati sia nel cinema che in televisione. I membri sono ancora più “variegati” che nell’Academy, naturalmente. Basti pensare che chi fa parte del sindacato guadagna in media circa 10 mila dollari l’anno come attore, e che il 90 percento guadagna meno di ventimila dollari.
Non è dunque una sorpresa che una delle Frequently Asked Questions sul sito del sindacato sia “posso andare a vedere i film candidati gratis al cinema prima di votare?” (la risposta è “no, da anni, perché alle catene di cinema non dà alcun ritorno”).
Quindi, istituzionalizzazione di camerieri, “modelle” dei siti di incontri, vecchi papaveri in disarmo che non sono più parte dell’Academy, comparse, e altri aspiranti (wannabe) di ogni tipo per votare, però, su poche, ma chiare candidature. Eppure, in percentuale, molti dei membri del SAG sono molto più informati dei “vecchi” dell’Academy, e quindi qualcosa valgono, anche se non tanto quanto il sindacato degli scrittori che da un anno boicotta le agenzie di talent per strappare pagamenti di royalties sulle produzioni cosiddette derivate dalle opere degli scrittori. Quindi sia i trades, la stampa specializzata, che gli Studios (continua la colonizzazione di Fox da parte di Disney: vietato usare la parolaccia Fox nel parlare della 20th Century, specie in California, per evitare ogni associazione con il canale televisivo conservatore!) hanno preso nota.
In realtà, l’importanza dei SAG Award sta nel fatto che in questo 2020 coronano una serie di premi “pre Oscar”, alcuni di successo come i Golden Globes, altri di poco conto (il premio dei critici cinematografici USA che stranamente vale molto molto meno dei Globes) i quali hanno scelto (e snobbato) sempre gli stessi film e attori, come non avveniva da anni. Ecco perché oggi tutti dicono che le vittorie il nove febbraio prossimo siano pressoché certe. Le curiosità si sono ridotte a quanto segue:
Uno: riuscirà l’Academy a rompere il tabù che si pensava rompesse con Roma nel 2019 e ad assegnare la statuetta per miglior film ad una pellicola straniera, Parasite? Dopo tutto il capolavoro di Bong Joon-ho non viene da uno streamer come Netflix con Cuarón.
La commedia-thriller di Seul non ha la stessa presa sulle audience in USA (dove cinquanta milioni di persone almeno parlano spagnolo), ma vanta una originalità molto maggiore che la storia autobiografica di Cuaròn.
Se la risposta è no, niente film stranieri agli Oscar salvo che nella loro categoria, e aspettiamoci un vero outsider come nel 2019 con Green Book. Candidati migliori: 1917 (grazie ai Globes) e Joker (unico possibile vincitore multiplo di statuette “pesanti” insieme a Parasite). Ancora più sorprendenti sarebbero Ford v. Ferrari e Once Upon a Time….
Due: riuscirà Tarantino a prendere un terzo Oscar su nove film? Sembra in ottima posizione per miglior sceneggiatura, mentre il premio per miglior regista pare ipotecato da Bong Joon-ho.
Tre: Scorsese (che in realtà è visto ormai come l’uomo di Netflix) resterà davvero all’asciutto su tutto?
Non c’è bisogno di aspettare i posteri, né la sentenza sarà ardua. Bastano tre settimane nelle quali cade anche il festival d’avanguardia di Sundance: pare che la corsa ai premi del 2021 sia già iniziata!