#metoo? No grazie, meglio recitare in un film!
Mentre infuria il dibattito su se ammettere o escludere gli streaming come Netflix agli Oscar (Steven Spielberg è il membro dell’Academy che spinge perché gli Awards adottino regole ferree che impongono proiezioni cinematografiche dei film candidati della durata superiore ai due giorni in croce, come è stato per Roma!), due scandali Hollywoodiani, uno più noto, l’altro meno, denudano una Hollywood ancora più Babilonia di quanto si possa credere.
Lo scandalo noto è quello delle ammissioni ai college esclusivi dei figli di note star in cambio di bustarelle milionarie.
Ma questa è una disgrazia che capita spesso ai ricchi con figli stupidi non solo nel cinema: la differenza è che in USA queste cose esistono ma sono strasegrete, e per ora è uscita solo la proverbiale punta dell’iceberg.
Meno noto, ma che fa pensare, è lo scandalo della Warner Brothers, il cui presidente e amministratore delegato Kevin Tsujihara è oggetto della terza inchiesta, in tre anni, per comportamento “inappropriato” con un’aspirante attrice (ora attrice quasi vera), l’inglese Charlotte Kirk.
In realtà, tutto è scoppiato solo dopo la seconda inchiesta interna, perché la stampa cosiddetta di “business”, non quella scandalistica, Variety e Hollywood Reporter, ha pubblicato gli Sms dell’attrice a Kevin, ma anche al suo precedente “fidanzato” (o sponsor?), il miliardario australiano James Packer presentato da un “amico” della Kirk, il produttore Brett Ratner (scaricato nel 2017 da Warner dopo essere stato denunciato da sei attrici e dal movimento #metoo) che nel 2013 stava completando una joint venture tra Warner e la sua società di produzione per 450 milioni di dollari finanziata da Packer.
Tutto comincia quando nel nell’autunno 2013. Packer, fidanzato della Kirk presentato da Brett Ratner, manda un sms a Charlotte convocandola al lussuoso Bel Air Hotel per un incontro “che non potrai mai ricambiare adeguatamente”. . La Kirk conosce Kevin Tsujihara (detto “KT”), alto dirigente di origine giapponese molto understated, capo della Warner (e promosso dopo la fusione Time Warner ATT), non perde tempo e invita la Kirk a cena.
Questa, pur chiaramente poco colpita dal tipo, accetta per poi mandare un sms a Ratner (e avendo liquidato il miliardario anche come fidanzato occasionale) e “promosso” l’amico Brett a punching ball delle sue frustrazioni dirette al giapponese.
Che viene subito bollato come “disgustoso” “noioso” e “ributtante”, dopo le richieste (per altro esaudite) di parti, non semplici audizioni: “Non era quello l’accordo”, dice la Kirk in un sms.
La Kirk non si ferma. Pur avendo ricevuto ben due parti da Kevin, spinge ancora, e prima gli manda un sms in cui si lamenta dicendo: “Mi sembrava che mi avessi promesso molto di più dopo che abbiamo fatto sesso in quel motel”. Molto Zen, KT risponde: “mi spiace tu abbia questi sentimenti”.
Poi è il turno di Ratner, che prima riceve dall’attrice incontentabile un sms di ringraziamento con un video, poi è bersagliato con un sms da cui si evince che la Kirk avrebbe acconsentito ai desiderata di Tsujihara per facilitare l’operazione tra Reitner, Warner e il miliardario australiano, “mi hai fatto fare la ciliegina sulla torta della tua operazione, ed è stato disgustoso.”
Ratner non si fa scrupoli e manda a quel paese la Kirk. Allora la “tigre dell’Inghiterra” attacca l’“amico” australiano James Packer che, senza cerimonie, prima la minaccia, poi l’invita a calmarsi e organizza un incontro a cui porta testimoni e non promette nulla. Ratner, che di pelo sullo stomaco ne ha da vendere, capisce cosa rischia (il #metoo ancora non esiste) ha già parlato con il suo avvocato Marty Singer, il bulldog delle celebrità, che cerca di trovare una soluzione per calmare la Kirk, ormai scheggia impazzita, (“mi stai minacciando e ho paura per la mia incolumità” dice a Ratner quando lui le intima: “Piantala! hai ricevuto delle parti e mai nessuno ti ha garantito nulla”), specie dopo il consiglio: “non rompermi, va a rompere ad Avi”.
Si parla di Avi Lerner, produttore di film cosiddetti di “serie B” e già visto a party di sue quasi coetanee, circondato da attricette di cinquant’anni più giovani!). Leggi qui
Alla fine, la Kirk ottiene diverse parti (almeno quattro, compresa una nel famoso Ocean 8) sulla base di un “accordo verbale”.
Come salta fuori tutto questo? Durante l’audit della Warner che viene acquisita dall’ATT nel 2016. Tsujihara tuttavia ne esce indenne (anche perché taglia ogni rapporto con la Kirk) in quel momento, quando si apre una seconda inchiesta.
Ma non basta! Dopo che gli scambi di SMS diventano pubblici pochi giorni fa (sarebbe interessante capire chi ha consegnato il file alla stampa) succede l’incredibile.
Non solo la Kirk non appare in TV con avvocati trafficoni come vittima (strano, perché a Hollywood any exposure is good exposure), ma fa dire ai suoi legali l’esatto opposto di quanto uno si aspetti! James Packer, il milliardario, non le ha “mai mancato di rispetto”, Kevin Tsujihara si è comportato in modo esemplare e non l’ha aiutata in alcun modo ad ottenere parti, e Ratner, uno dei demoni del #metoo che non ha più diretto nulla dal 2017, “è stato un grande amico e di aiuto”… quando in realtà non avrebbe dovuto fare nulla… salvo che uno non creda all’esistenza del famoso accordo verbale che ha ritardato di quasi due anni l’uscita poco edificante di Retner dall’Olimpo di Hollywood.
Tutto torna, quindi: almeno fino a quando KT finirà defenestrato dalla WB, dopo il solito mea culpa che, in questo caso, è consistito in una lettera di scuse. Ma, come ha detto un altro Hollywood insider, il regista Neil Marshall, la Kirk “è una grande attrice e il mondo se ne accorgerà presto” e “una forza creativa”. La Kirk prima ha puntualizzato che “forse ho fatto delle scelte sbagliate ma sono cresciuta molto come donna e come attrice” . Poi per far capire a tutti che era cambiata ha postato foto sue con Marshall mentre sale sul jet privato di lui: destinazione Caraibi, insieme a autopubblicita del suo film che usciata presto sulla moglie di OJ Simpson.
Facendo scattare un altro articolo non proprio positivo dell’Hollywood Reporter intitolato “Gli amici al posto giusto” da cui si evince che almeno una mezza dozzina di dirigenti di Hollywood si sono accompagnati alla Kirk, che mi ha poi tempestati di richieste vagamente ricattatorie.
Ma cosa ne sa la stampa? Basta guardarla Charlotte Kirk, è proprio una ragazza innocente del Sussex che ha fatto la scuola di arte drammatica a Yale!
Gli anti #metoo si chiederanno: ma quante Kirk ha conosciuto Harvey prima di adottare come normale modus operandi nei rapporti con le donne quello che il povero KT probabilmente non aveva mai fatto in vita sua?
Poche, solo tante quante le palme che ombreggiano i boulevard di L.A.
Aggiornamento al 19/3/10. KT si è dimesso, ma è prevista una cena di addio il 28/3/19. In questo caso Hollywood non l’ha fatto a pezzi e sputato, ma solo sputato intero pronto per presenziare al funerale della sua carriere